Riabilitazione Arto Superiore
EMG ergoterapia manoegomito si impegna nel tuo recupero funzionale e nella riabilitazione motoria dell'arto superiore per il miglioramento della mobilità e della qualità della vita.
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Patologia mano
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Ergoterapia manoegomito offre riabilitazione
per le patologie della manoAiutiamo a risolvere problemi legati a: tunnel carpale, artrosi della mano, morbo di Dupuytren, dito a scatto, pollice dello sciatore, scafoide carpale e rizoartrosi.Artrosi della mano
CHE COS’È ?
L’artrosi alla mano è una malattia infiammatoria cronica. Si tratta di una degenerazione progressiva e irreversibile della cartilagine delle articolazioni della mano.SINTOMI
I tipici sintomi dell’artrosi alla mano consistono in:- rigidità delle articolazioni interessate;
- dolore profondo, che è più intenso al mattino, subito dopo il risveglio, e si acuisce durante particolari movimenti delle mani;
- gonfiore;
- riduzione più o meno marcata della mobilità articolare.
COME SI CURA
Il trattamento conservativo si applica principalmente nei primi stadi.Il trattamento ergoterapico per questa patologia consiste in esercizi funzionali specifici rispetto al distretto articolare coinvolto per migliorare e mantenere la mobilità, migliorare la motricità grossolana e fine. Inoltre, vengono dati consigli di ergonomia per evitare un ulteriore sovraccarico dell’articolazione ed eventualmente mezzi ausiliari da utilizzare come supporto nelle attività di vita quotidiana. Si valuta anche la realizzazione e l’applicazione di tutori su misura in materiale termoplastico e non. Se il dolore è insopportabile è possibile rivolgersi al medico curante per valutare l’utilizzo di farmaci o infiltrazioni.
L’intervento chirugico va preso in considerazione quando il paziente non risponde più alle terapie conservative e la sua qualità di vita si sta compromettendo a causa del dolore che impedisce normali gesti di vita quotidiana come ad esempio aprire le bottiglie, allacciare bottoni ecc… In seguito a valutazione specialistica è possibile intervenire chirurgicamente.
L’ergoterapia, ad esempio nel caso di una protesi, serve a recuperare la mobilità dell’articolazione ed evitare la formazione di adesioni cicatriziali. In supporto alla terapia verranno applicati dei tutori statici o dinamici. Se invece viene bloccata l’articolazione tramite un’artrodesi, sarà necessario un tutore di immobilizzazione fino a completa consolidazione. Successivamente con l’ergoterapista si procederà con attività mirate a riacquistare la funzionalità della mano.
Morbo di Dupuytren
CHE COS’È ?
Il morbo di Dupuytren è una progressiva fibroplasia che coinvolge la fascia palmare e può portare a una contrattura in flessione delle articolazione metacarpo falangee e interfalangee prossimali. Il suo decorso è quindi caratterizzato da una flessione progressiva e permanente di uno o più dita.Non si conosce la causa di questo morbo, ma nel tempo sono stati identificati diversi fattori di rischio come il diabete mellito, predisposizione genetica e traumi alla mano.
Questa malattia colpisce principalmente gli uomini sopra i 50 anni ed è lenta e progressiva.
SINTOMI
I sintomi sono la comparsa di noduli sottocutanei, dei cordoni solidi e prominenti nel palmo della mano con progressiva flessione ed irrigidimento delle dita.COME SI CURA
Il trattamento di questa malattia è puramente palliativo. Ad oggi non esistono farmaci in grado di fermare la progressione della malattia o di prevenirla. Se la flessione delle dita compromette in maniera importante la funzione della mano, viene valutato dal medico specialista l’intervento chirurgico.Quest’ultimo consiste in una fascectomia tramite l’asportazione dei noduli o dei cordoni nel palmo della mano e nelle dita. Viene consigliata la riabilitazione ergoterapica per recuprare la mobilità delle dita ed evitare la formazione di adesioni sui tendini flessori in seguito alla formazione della cicatrice. In supporto alle attività di ergoterapia viene consigliata l’applicazione di un tutore per mantenere le dita in estensione.
Dito a scatto
CHE COS’È ?
Il dito a scatto è una condizione in cui il tendine flessore si infiamma, diventa ipertrofico e provoca una stenosi, impedendo il normale scorrimento attraverso la puleggia. Lo scatto avviene quando il tendine infine riesce a passare attraverso la puleggia. Questa patologia può essere presente anche dalla nascita, e in questi casi interessa soprattutto il pollice ed è più frequente nelle donne rispetto che agli uomini.SINTOMI
Si manifesta con la formazione di un nodulo all’altezza della puleggia. Può essere presente dolore sia a riposo sia durante lo scatto. Negli stadi più avanzati è presente un blocco in flessione e il tipico “scatto” durante l’estensione del dito.COME SI CURA
La terapia conservativa negli stadi precoci consiste nell’eventuale infiltrazione di corticosteroidi, da parte dello specialista, accompagnata dall’ergoterapia, che insieme possono essere risolutive e riuscire ad alleviare i dolori anche a lungo termine. Inoltre, l’ergoterapista può realizzare tutori funzionali o da riposo associati ad esercizi terapeutici e consigli ergonomici.Se questo non dovesse funzionare, si consiglia l’intervento chirurgico.
L’operazione consiste nell’apertura completa della puleggia, con una piccola incisione alla base del dito per liberare il tendine flessore.Dopo l’intervento si consiglia di fare alcune sedute di ergoterapia per il recupero ed il mantenimento della mobilità articolare, evitare la formazione di aderenze cicatriziali per avere uno scorrimento tendineo idoneo a raggiungere la massima mobilità.
Pollice dello sciatore
CHE COS’È ?
Il pollice dello sciatore è la lesione del legamento collaterale ulnare dell’articolazione metacarpofalangea del pollice. Viene chiamato così perché spesso durante le cadute con gli sci capita che il bastone da sci faccia leva sulla parte interna del pollice portandolo forzatamente in completa abduzione.Questo tipo di lesione può essere causato anche da altre tipo di cadute con una dinamica simile.
La lesione può essere solo legamentosa oppure associata ad una frattura da avulsione, oppure essere presente una lesione di Stener ovvero una rottura completa del legamento al quale si interpone l’aponeurosi del muscolo adduttore.
SINTOMI
- dolore al livello dell’articolazione metacarpo-falangea sul versante ulnare;
- gonfiore al di sopra dell’articolazione;
- instabilità;
- forza ridotta e difficoltà nel prendere e stabilizzare gli oggetti.
COME SI CURA
Per le lesioni parziali è indicata una terapia conservativa dove si consiglia l’immobilizzazione con un tutore per 4-6 settimane. Dalla quinta settimana si può cominciare con l’ergoterapista esercizi in flessoestensione proteggendo le deviazioni, ed in seguito il rinforzo della muscolatura del pollice.Per le lesioni complete con associata instabilità, lesioni di Stener e le fratture da avulsione il cui frammento è più grande di un terzo della superficie articolare, si consiglia il trattamento chirurgico. L’intervento consiste nella sutura o nella reinserzione del legamento lesionato. In seguito all’intervento, viene applicato un tutore su misura in materiale termoplastico che verrà adattato a partire dalla seconda settimana per iniziare il movimento di flessoestensione.
Le attività sportive possono essere riprese, a dipendenza dello sport e del livello agonistico del paziente, presto anche grazie all’ausilio di un tutore di protezione in materiale termoplastico.
Scafoide carpale
CHE COS’È ?
Lo scafoide carpale fa parte della prima filiera delle ossa del carpo. La frattura dello scafoide é una delle più frequenti dell’arto superiore. Si tratta di una frattura provocata, nella maggior parte dei casi, da una caduta con appoggio della mano in iperestensione e deviazione radiale del polso.Spesso le fratture di scafoide rimangono occulte a causa di sintomi non chiari e sottovalutati comportando un ritardo nella diagnosi e nel trattamento. Per questo motivo è molto importante rivolgersi allo specialista, onde evitare una degenerazione della frattura con compromissione del polso.
SINTOMI
I sintomi non sempre sono eclatanti, ma possono essere presenti dolore alla base del pollice associato a gonfiore ed edema. Il dolore può essere esacerbato da movimenti in flessoestensione del polso.COME SI CURA
La localizzazione ed il tipo della frattura determinano il tipo di trattamento. Le fratture del polo distale e stabili verranno trattate in modo conservativo tramite applicazione di tutore in materiale termoplastico per 8 settimane.Per le fratture del polo prossimale o instabili si consiglia invece di valutare l’intervento chirurgico. In una frattura acuta, lo scafoide può essere fissato con una vite intramidollare. La riabilitazione post operatoria può durare dai 3 ai 6 mesi e si verrà seguiti da un ergoterapista che fabbricherà un tutore e proporrà attività riabilitative per il recupero della mobilità, forza e destrezza.
Rizoartrosi
CHE COS’È ?
La rizoartrosi è l’artrosi dell’articolazione trapeziometacarpale situata alla base del pollice.Caratterizzata da un’infiammazione di tipo cronico, la rizoartrosi è più spesso il risultato di una combinazione di fattori (età avanzata, sesso femminile, genetica ecc.). Colpisce più frequentemente le donne e compare dopo i 40 anni di età.
SINTOMI
I sintomi più comuni includono dolore al pollice durante le attività, dolore a riposo e diminuzione della forza e della mobilità del pollice. Talvolta si nota una deformità a carico del pollice. Il dolore si manifesta con i movimenti di prensione del pollice, come svitare un coperchio di un barattolo, girare una chiave, scrivere o aprire il rubinetto.COME SI CURA
Il trattamento nello stadio iniziale è di tipo conservativo.. Il trattamento in ergoterapia è volto principalmente alla riduzione dei dolori. E’ raccomandato un tutore su misura in materiale termoplastico o in neoprene per diminuire il dolore e migliorando la funzione durante le attività ma anche durante la notte. Inoltre, vengono consigliati degli esercizi di stabilizzazione dell’articolazione trapeziometacarpale associati a principi di ergonomia e mezzi ausiliari.Se il dolore diventa insopportabile ed invalidante limitando le semplici attività di vita quotidiana, allora si consiglia il trattamento chirurgico. Tra i più comuni interventi chirurgici ci sono la trapeziectomia, oppure l’inserimento di una protesi di tipo modulare.
Lo scopo della riabilitazione post operatoria è quello di migliorare la mobilità articolare mantenendo la stabilità, rinforzare la muscolatura del pollice e implementare prese fini nelle AVQ. La riabilitazione può durare dai 2-3 mesi, a dipendenza del decorso del paziente.
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Patologia polso
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Ergoterapia manoegomito offre riabilitazione
per le patologie del polsoAiutiamo a risolvere problemi legati a: tunnel carpale, artrosi della mano, morbo di Dupuytren, dito a scatto, pollice dello sciatore, scafoide carpale e rizoartrosi.Tunnel carpale
CHE COS’È ?
La sindrome del tunnel carpale è la neuropatia compressiva più comune a livello dell’arto superiore. Coinvolge il canale carpale del polso, in cui passano il nervo mediano e i 9 tendini flessori delle dita. La sindrome del tunnel carpale è il risultato della compressione del nervo sotto all’omonimo tunnel.SINTOMI
I sintomi del tunnel carpale sono:- formicolio alle prime dita della mano: pollice, indice, medio e metà dell’anulare, ma mai del mignolo
- talvolta il formicolio è accompagnato da dolore, soprattutto la notte
I fastidi possono presentarsi a intermittenza, e potrebbero diventare costanti. Negli stati più avanzati di questa sindrome, potrebbe comparire anche un deficit motorio con atrofia della muscolatura del pollice e la perdita dell’opposizione e delle prese. L’indebolimento della mano e delle dita potrebbe ridurre la capacità di afferrare saldamente gli oggetti. Può anche verificarsi in modo acuto in seguito a fratture, trombosi, infezioni o durante/dopo la gravidanza.
COME SI CURA
Il trattamento conservativo si svolge tramite applicazione di un tutore notturno, esercizi di neurogliding con istruzione di un terapista specializzato o infiltrazioni di corticosteroidi su valutazione del medico specialista.Il trattamento chirurgico consiste nell’apertura del tunnel carpale e la decompressione del nervo. L’intervento è ambulatoriale.
Nel recupero post operatorio si verrà seguiti da un ergoterapista che vi fornirà un tutore da tenere per circa 2 settimane, fino alla rimozione dei punti. Si procederà con la riabilitazione dove l’ergoterapista lavorerà sul recupero del movimento, della forza e della sensibilità della mano.
Morbo di De Quervain
CHE COS’È ?
È un’infiammazione dei tendini, estensore breve e abduttore lungo del pollice nel primo canale estensorio all’altezza dello stiloide radiale. Questo accade a causa di un tumefazione o stenosi della guaina del tendine che ne limita lo scorrimento. Questa patologia colpisce in moto particolare le donne tra i 25 e i 60 anni e spesso si presenta durante la gravidanza.Nei casi più gravi il tendine potrebbe rompersi.
SINTOMI
Si manifesta con dolore in particolare quando si muove il pollice verso l’esterno e durante la flessione e l’estensione del polso.COME SI CURA
La terapia conservativa prevista per questa sindrome prevede l’utilizzo di un tutore per immobilizzare temporaneamente il polso e parzialmente il pollice. Bisogna astenersi o ridurre tutte le attività che provocano dolore.L’ergoterapista aiuta, attraverso l’ergonomia a casa e sul posto di lavoro, a migliorare la postura e di conseguenza anche a ridurre il dolore poiché le articolazioni non sono sollecitate.
In casi recidivi si valuta l’intervento chirurgico, che consiste nella sezione della guaina all’altezza dello stiloide radiale per liberare i tendini.
Nella riabilitazione post operatoria è previsto l’utilizzo di un tutore fino a quando non vengono rimossi i punti, e delle sedute di ergoterapia per evitare la formazione di aderenze della cicatrice e migliorare la flessibilità articolare.Ganglio del polso
CHE COS’È ?
I gangli sono delle neoformazioni benigne. Si sviluppa un erniazione della capsula articolare che tende a muoversi verso i tessuti superficiali ed a formare una struttura tondeggiante che viene solitamente definita come cisti. Si formano spesso nel polso e possono formarsi sia sulla faccia palmare (casi più frequenti) che su quella capsulare.La causa della loro comparsa è ancora per lo più sconosciuta, a volte sono legate ad un trauma che ha provocato la lesione dei legamenti, della cartillagine o del disco triangolare. È possibile che un ganglio si riassorba anche da solo in maniera del tutto spontanea.
SINTOMI
I sintomi, come anche la dimensione del ganglio, possono variare nel tempo.
In alcuni pazienti non si denota alcun gonfiore esterno, ma provano solo dolore.COME SI CURA
Il trattamento proposto va valutato in base ai sintomi, ai limiti funzionali e anche al fastidio estetico che questo può provocare. È possibile aspirare il liquido del ganglio per poi iniettare del cortisone.Alcune volte l’utilizzo di un tutore, associato a tecniche mirate in ergoterapia può aiutare nel riassorbimento del ganglio. Se la terapia conservativa non dovesse funzionare, bisogna valutare l’asportazione chirurgica che prevede di rimuvere il ganglio con il suo peduncolo.
La riabilitazione prevede un programma di ergoterapia per recuperare la mobilità completa del polso ed evitare che si formino delle aderenze lungo i tendini, ridurre il gonfiore, aumentare la flessibilità articolare ed eventualmente ridurre il dolore.
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Patologia gomito
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Ergoterapia manoegomito offre riabilitazione
per le patologie del gomitoAiutiamo a risolvere problemi legati al tunnel cubitale, all’epicondilite o gomito del tennista e al gomito del golfista, attraverso terapie mirate ed efficaci.
Tunnel cubitale
CHE COS’È ?
È un’infiammazione nervosa dovuta ad una progressiva compressione del nervo ulnare nel tunnel cubitale all’altezza del gomito.SINTOMI
I formicolii, l’intorpedimento e la riduzione della sensibilità al livello dell’anulare, della parte ulnare e del dito mignolo sono sintomi tipici di questa patologia. Nei casi più avanzati si potrà constatare la diminuzione della forza della muscolatura della mano.COME SI CURA
È possibile seguire una terapia conservativa con l’utilizzo di un tutore e alla somministrazione di antifiammatori o fare un infiltrazione, questo può alleviare i disturbi ma non sarà efficace nel lungo termine. L’intervento chirurgico consiste nell’apertura del tunnel cubitale per decomprimere il nervo.Nella riabilitazione post operatoria si viene seguiti da un ergoterpista, che fornirà un tutore da utilizzare per circa 2 settimane fino a quando verranno tolti i punti e delle attività mirate per riprendere la mobilità.
Gomito del tennista
CHE COS’È ?
Si tratta di una tendinopatia inserzionale dei tendini estensori all’inserzione sull’epicondilo omerale del gomito.SINTOMI
Il sintomo principale è la comparsa di dolore mentre si compiono determinati gesti con l’arto. Se non curata con il progredire della patologia il dolore diventa continuo disturbando il riposo notturno e limitando molte attività della vita quotidiana.COME SI CURA
Si consiglia di astenersi o ridurre al minimo tutte quelle attività che provocano dolore. La terapia conservativa comprende il riposo delle articolazioni dell’avambraccio grazie ad un tutore notturno per polso e gomito e una fascetta antebrachiale da utilizzare durante le attività, che vi fornirà l’ergoterapista.Si prevede l’utilizzo di antifiammatori e cicli di ergoterapia. L’ergoterapista aiuta, attraverso l’ergonomia a casa e sul posto di lavoro, a migliorare la postura e di conseguenza anche a ridurre il dolore poiché le articolazioni non sono sollecitate.
Nei casi più gravi si possono praticare delle infiltrazioni che potrebbero togliere completamente il dolore. Se il dolore persiste per periodo lungo (1 anno circa), senza nessun miglioramento nonostante il trattamento conservativo, si valuta un intervento chirurgico assieme al medico.
L’intervento consiste nel rimuovere i tessuti degenerativi e cicatriziali in modo da favorire la guarigione del tendine. Viene effettuato anche un allungamento della muscolatura per scaricare la tensione cronica a carico dell’ estensore. Per il recupero post operatorio si viene seguiti da un ergoterapista che oltre ad esercizi mirati fornirà un tutore da utilizzare per circa 2 settimane fino a quando non verranno rimossi i punti.
Gomito del golfista
CHE COS’È ?
È una tendinopatia dei tendini flessori e pronatore che si inseriscono sull’epicondilo mediale del gomito.SINTOMI
Il sintomo principale è il dolore, che all’inizio si manifesta solo compiendo alcuni movimenti; in seguito diventa continuo, disturbando il riposo notturno e limitando le attività di vita quotidiana.COME SI CURA
Si consiglia di astenersi o ridurre al minimo tutte quelle attività che provocano dolore. La terapia conservativa comprende il riposo delle articolazioni grazie ad un tutore notturno per polso e gomito e una fascetta antebrachiale da utilizzare durante le attività. Si prevedono delle attività in ergoterapia ed eventualmente l’uso di antinfiammatori.Nei casi più gravi è possibile fare delle infiltrazioni che potrebbero togliere completamente il dolore. Se il dolore persiste per periodo lungo (1 anno circa), senza nessun miglioramento nonostante il trattamento conservativo, si valuta un intervento chirurgico.
L’intervento consiste nel rimuovere i tessuti degenerativi e cicatriziali in modo da favorire i processi di guarigione del tendine. Per il recupero post operatorio si viene seguiti da un ergoterapista che oltre ad esercizi mirati fornirà un tutore da utilizzare per circa 2 settimane fino a quando non verranno rimossi i punti.
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Metodi
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Metodi & tecniche
EMG ergoterapia manoegomito offre un’ampia gamma di metodi e tecniche di trattamento avanzate, mirate a garantire risultati ottimali per i pazienti. Le nostre prestazioni di ergoterapia sono soggette a prescrizione medica e riconosciute da diverse istituzioni, comprese le casse malattia (assicurazione di base), le assicurazioni sociali (SUVA, AI, Assicurazione Militare) e le assicurazioni infortunio private.
Ecco una panoramica dei metodi e delle tecniche di trattamento adottati presso EMG ergoterapia manoegomito:
1. Drenaggio linfatico per gli arti superiori secondo Földi: un approccio specializzato per favorire il drenaggio linfatico e ridurre il ristagno di liquidi negli arti superiori.
2. Dryneedling: una tecnica in cui sottili aghi vengono utilizzati per trattare trigger points e dolori miofasciali, promuovendo il rilassamento muscolare.
3. Medicina Ortopedica Cyriax per gli arti superiori: un approccio che si concentra sulla diagnosi e il trattamento di disfunzioni articolari e muscolari attraverso tecniche specifiche.
4. Metodo Hentschel: coinvolge il trattamento e la mobilizzazione di muscoli, fasce muscolari, legamenti, tendini, articolazioni e cicatrici, con un focus sugli arti superiori.
5. Mobilizzazione delle articolazioni della mano e del gomito secondo Kaltenborn e Maitland: tecniche mirate alla mobilizzazione delle articolazioni, seguendo approcci riconosciuti a livello internazionale.
6. Neurotraining, p.es. secondo Verena Schweizer: esercizi mirati a migliorare le funzioni neurologiche, applicati da esperti nel campo.
7. NOI, neurodinamica per gli arti superiori: approccio che coinvolge la neurodinamica per promuovere il benessere degli arti superiori.
8. Spyraldynamik: concetto di terapia e movimento che considera la natura spirale del corpo umano per migliorare la funzionalità.
9. Taping: utilizzo di bendaggi elastici per sostenere, stabilizzare o migliorare la funzione muscolare e articolare.
10. Trigger Point Therapy: trattamento mirato dei punti trigger e dei dolori miofasciali, con l’obiettivo di alleviare tensioni muscolari.
La nostra pratica è impegnata a fornire trattamenti all’avanguardia, personalizzati per soddisfare le esigenze specifiche di ciascun paziente, garantendo nel contempo il riconoscimento da parte delle istituzioni sanitarie e assicurative. -
Tecar & Ultrasuono
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Tecar & Ultrasuono
Questa terapia strumentale opera attraverso due diversi tipi di elettrodi: il capacitivo, ideale per il trattamento dei tessuti molli, come muscoli, trasmette energia nelle zone più superficiali.
Il resistivo indicato per il trattamento di ossa, articolazioni, tendini e legamenti, viene utilizzato per trasmettere energia nelle zone più profonde.
Ergoterapia manoegomito offre riabilitazione
per le patologie della mano
Artrosi della mano
CHE COS’È ?
L’artrosi alla mano è una malattia infiammatoria cronica. Si tratta di una degenerazione progressiva e irreversibile della cartilagine delle articolazioni della mano.
SINTOMI
I tipici sintomi dell’artrosi alla mano consistono in:
- rigidità delle articolazioni interessate;
- dolore profondo, che è più intenso al mattino, subito dopo il risveglio, e si acuisce durante particolari movimenti delle mani;
- gonfiore;
- riduzione più o meno marcata della mobilità articolare.
COME SI CURA
Il trattamento conservativo si applica principalmente nei primi stadi.
Il trattamento ergoterapico per questa patologia consiste in esercizi funzionali specifici rispetto al distretto articolare coinvolto per migliorare e mantenere la mobilità, migliorare la motricità grossolana e fine. Inoltre, vengono dati consigli di ergonomia per evitare un ulteriore sovraccarico dell’articolazione ed eventualmente mezzi ausiliari da utilizzare come supporto nelle attività di vita quotidiana. Si valuta anche la realizzazione e l’applicazione di tutori su misura in materiale termoplastico e non. Se il dolore è insopportabile è possibile rivolgersi al medico curante per valutare l’utilizzo di farmaci o infiltrazioni.
L’intervento chirugico va preso in considerazione quando il paziente non risponde più alle terapie conservative e la sua qualità di vita si sta compromettendo a causa del dolore che impedisce normali gesti di vita quotidiana come ad esempio aprire le bottiglie, allacciare bottoni ecc… In seguito a valutazione specialistica è possibile intervenire chirurgicamente.
L’ergoterapia, ad esempio nel caso di una protesi, serve a recuperare la mobilità dell’articolazione ed evitare la formazione di adesioni cicatriziali. In supporto alla terapia verranno applicati dei tutori statici o dinamici. Se invece viene bloccata l’articolazione tramite un’artrodesi, sarà necessario un tutore di immobilizzazione fino a completa consolidazione. Successivamente con l’ergoterapista si procederà con attività mirate a riacquistare la funzionalità della mano.
Morbo di Dupuytren
CHE COS’È ?
Il morbo di Dupuytren è una progressiva fibroplasia che coinvolge la fascia palmare e può portare a una contrattura in flessione delle articolazione metacarpo falangee e interfalangee prossimali. Il suo decorso è quindi caratterizzato da una flessione progressiva e permanente di uno o più dita.
Non si conosce la causa di questo morbo, ma nel tempo sono stati identificati diversi fattori di rischio come il diabete mellito, predisposizione genetica e traumi alla mano.
Questa malattia colpisce principalmente gli uomini sopra i 50 anni ed è lenta e progressiva.
SINTOMI
I sintomi sono la comparsa di noduli sottocutanei, dei cordoni solidi e prominenti nel palmo della mano con progressiva flessione ed irrigidimento delle dita.
COME SI CURA
Il trattamento di questa malattia è puramente palliativo. Ad oggi non esistono farmaci in grado di fermare la progressione della malattia o di prevenirla. Se la flessione delle dita compromette in maniera importante la funzione della mano, viene valutato dal medico specialista l’intervento chirurgico.
Quest’ultimo consiste in una fascectomia tramite l’asportazione dei noduli o dei cordoni nel palmo della mano e nelle dita. Viene consigliata la riabilitazione ergoterapica per recuprare la mobilità delle dita ed evitare la formazione di adesioni sui tendini flessori in seguito alla formazione della cicatrice. In supporto alle attività di ergoterapia viene consigliata l’applicazione di un tutore per mantenere le dita in estensione.
Dito a scatto
CHE COS’È ?
Il dito a scatto è una condizione in cui il tendine flessore si infiamma, diventa ipertrofico e provoca una stenosi, impedendo il normale scorrimento attraverso la puleggia. Lo scatto avviene quando il tendine infine riesce a passare attraverso la puleggia. Questa patologia può essere presente anche dalla nascita, e in questi casi interessa soprattutto il pollice ed è più frequente nelle donne rispetto che agli uomini.
SINTOMI
Si manifesta con la formazione di un nodulo all’altezza della puleggia. Può essere presente dolore sia a riposo sia durante lo scatto. Negli stadi più avanzati è presente un blocco in flessione e il tipico “scatto” durante l’estensione del dito.
COME SI CURA
La terapia conservativa negli stadi precoci consiste nell’eventuale infiltrazione di corticosteroidi, da parte dello specialista, accompagnata dall’ergoterapia, che insieme possono essere risolutive e riuscire ad alleviare i dolori anche a lungo termine. Inoltre, l’ergoterapista può realizzare tutori funzionali o da riposo associati ad esercizi terapeutici e consigli ergonomici.
Se questo non dovesse funzionare, si consiglia l’intervento chirurgico.
L’operazione consiste nell’apertura completa della puleggia, con una piccola incisione alla base del dito per liberare il tendine flessore.
Dopo l’intervento si consiglia di fare alcune sedute di ergoterapia per il recupero ed il mantenimento della mobilità articolare, evitare la formazione di aderenze cicatriziali per avere uno scorrimento tendineo idoneo a raggiungere la massima mobilità.
Pollice dello sciatore
CHE COS’È ?
Il pollice dello sciatore è la lesione del legamento collaterale ulnare dell’articolazione metacarpofalangea del pollice. Viene chiamato così perché spesso durante le cadute con gli sci capita che il bastone da sci faccia leva sulla parte interna del pollice portandolo forzatamente in completa abduzione.
Questo tipo di lesione può essere causato anche da altre tipo di cadute con una dinamica simile.
La lesione può essere solo legamentosa oppure associata ad una frattura da avulsione, oppure essere presente una lesione di Stener ovvero una rottura completa del legamento al quale si interpone l’aponeurosi del muscolo adduttore.
SINTOMI
- dolore al livello dell’articolazione metacarpo-falangea sul versante ulnare;
- gonfiore al di sopra dell’articolazione;
- instabilità;
- forza ridotta e difficoltà nel prendere e stabilizzare gli oggetti.
COME SI CURA
Per le lesioni parziali è indicata una terapia conservativa dove si consiglia l’immobilizzazione con un tutore per 4-6 settimane. Dalla quinta settimana si può cominciare con l’ergoterapista esercizi in flessoestensione proteggendo le deviazioni, ed in seguito il rinforzo della muscolatura del pollice.
Per le lesioni complete con associata instabilità, lesioni di Stener e le fratture da avulsione il cui frammento è più grande di un terzo della superficie articolare, si consiglia il trattamento chirurgico. L’intervento consiste nella sutura o nella reinserzione del legamento lesionato. In seguito all’intervento, viene applicato un tutore su misura in materiale termoplastico che verrà adattato a partire dalla seconda settimana per iniziare il movimento di flessoestensione.
Le attività sportive possono essere riprese, a dipendenza dello sport e del livello agonistico del paziente, presto anche grazie all’ausilio di un tutore di protezione in materiale termoplastico.
Scafoide carpale
CHE COS’È ?
Lo scafoide carpale fa parte della prima filiera delle ossa del carpo. La frattura dello scafoide é una delle più frequenti dell’arto superiore. Si tratta di una frattura provocata, nella maggior parte dei casi, da una caduta con appoggio della mano in iperestensione e deviazione radiale del polso.
Spesso le fratture di scafoide rimangono occulte a causa di sintomi non chiari e sottovalutati comportando un ritardo nella diagnosi e nel trattamento. Per questo motivo è molto importante rivolgersi allo specialista, onde evitare una degenerazione della frattura con compromissione del polso.
SINTOMI
I sintomi non sempre sono eclatanti, ma possono essere presenti dolore alla base del pollice associato a gonfiore ed edema. Il dolore può essere esacerbato da movimenti in flessoestensione del polso.
COME SI CURA
La localizzazione ed il tipo della frattura determinano il tipo di trattamento. Le fratture del polo distale e stabili verranno trattate in modo conservativo tramite applicazione di tutore in materiale termoplastico per 8 settimane.
Per le fratture del polo prossimale o instabili si consiglia invece di valutare l’intervento chirurgico. In una frattura acuta, lo scafoide può essere fissato con una vite intramidollare. La riabilitazione post operatoria può durare dai 3 ai 6 mesi e si verrà seguiti da un ergoterapista che fabbricherà un tutore e proporrà attività riabilitative per il recupero della mobilità, forza e destrezza.
Rizoartrosi
CHE COS’È ?
La rizoartrosi è l’artrosi dell’articolazione trapeziometacarpale situata alla base del pollice.
Caratterizzata da un’infiammazione di tipo cronico, la rizoartrosi è più spesso il risultato di una combinazione di fattori (età avanzata, sesso femminile, genetica ecc.). Colpisce più frequentemente le donne e compare dopo i 40 anni di età.
SINTOMI
I sintomi più comuni includono dolore al pollice durante le attività, dolore a riposo e diminuzione della forza e della mobilità del pollice. Talvolta si nota una deformità a carico del pollice. Il dolore si manifesta con i movimenti di prensione del pollice, come svitare un coperchio di un barattolo, girare una chiave, scrivere o aprire il rubinetto.
COME SI CURA
Il trattamento nello stadio iniziale è di tipo conservativo.. Il trattamento in ergoterapia è volto principalmente alla riduzione dei dolori. E’ raccomandato un tutore su misura in materiale termoplastico o in neoprene per diminuire il dolore e migliorando la funzione durante le attività ma anche durante la notte. Inoltre, vengono consigliati degli esercizi di stabilizzazione dell’articolazione trapeziometacarpale associati a principi di ergonomia e mezzi ausiliari.
Se il dolore diventa insopportabile ed invalidante limitando le semplici attività di vita quotidiana, allora si consiglia il trattamento chirurgico. Tra i più comuni interventi chirurgici ci sono la trapeziectomia, oppure l’inserimento di una protesi di tipo modulare.
Lo scopo della riabilitazione post operatoria è quello di migliorare la mobilità articolare mantenendo la stabilità, rinforzare la muscolatura del pollice e implementare prese fini nelle AVQ. La riabilitazione può durare dai 2-3 mesi, a dipendenza del decorso del paziente.
Ergoterapia manoegomito offre riabilitazione
per le patologie del polso
Tunnel carpale
CHE COS’È ?
La sindrome del tunnel carpale è la neuropatia compressiva più comune a livello dell’arto superiore. Coinvolge il canale carpale del polso, in cui passano il nervo mediano e i 9 tendini flessori delle dita. La sindrome del tunnel carpale è il risultato della compressione del nervo sotto all’omonimo tunnel.
SINTOMI
I sintomi del tunnel carpale sono:
- formicolio alle prime dita della mano: pollice, indice, medio e metà dell’anulare, ma mai del mignolo
- talvolta il formicolio è accompagnato da dolore, soprattutto la notte
I fastidi possono presentarsi a intermittenza, e potrebbero diventare costanti. Negli stati più avanzati di questa sindrome, potrebbe comparire anche un deficit motorio con atrofia della muscolatura del pollice e la perdita dell’opposizione e delle prese. L’indebolimento della mano e delle dita potrebbe ridurre la capacità di afferrare saldamente gli oggetti. Può anche verificarsi in modo acuto in seguito a fratture, trombosi, infezioni o durante/dopo la gravidanza.
COME SI CURA
Il trattamento conservativo si svolge tramite applicazione di un tutore notturno, esercizi di neurogliding con istruzione di un terapista specializzato o infiltrazioni di corticosteroidi su valutazione del medico specialista.
Il trattamento chirurgico consiste nell’apertura del tunnel carpale e la decompressione del nervo. L’intervento è ambulatoriale.
Nel recupero post operatorio si verrà seguiti da un ergoterapista che vi fornirà un tutore da tenere per circa 2 settimane, fino alla rimozione dei punti. Si procederà con la riabilitazione dove l’ergoterapista lavorerà sul recupero del movimento, della forza e della sensibilità della mano.
Morbo di De Quervain
CHE COS’È ?
È un’infiammazione dei tendini, estensore breve e abduttore lungo del pollice nel primo canale estensorio all’altezza dello stiloide radiale. Questo accade a causa di un tumefazione o stenosi della guaina del tendine che ne limita lo scorrimento. Questa patologia colpisce in moto particolare le donne tra i 25 e i 60 anni e spesso si presenta durante la gravidanza.
Nei casi più gravi il tendine potrebbe rompersi.
SINTOMI
Si manifesta con dolore in particolare quando si muove il pollice verso l’esterno e durante la flessione e l’estensione del polso.
COME SI CURA
La terapia conservativa prevista per questa sindrome prevede l’utilizzo di un tutore per immobilizzare temporaneamente il polso e parzialmente il pollice. Bisogna astenersi o ridurre tutte le attività che provocano dolore.
L’ergoterapista aiuta, attraverso l’ergonomia a casa e sul posto di lavoro, a migliorare la postura e di conseguenza anche a ridurre il dolore poiché le articolazioni non sono sollecitate.
In casi recidivi si valuta l’intervento chirurgico, che consiste nella sezione della guaina all’altezza dello stiloide radiale per liberare i tendini.
Nella riabilitazione post operatoria è previsto l’utilizzo di un tutore fino a quando non vengono rimossi i punti, e delle sedute di ergoterapia per evitare la formazione di aderenze della cicatrice e migliorare la flessibilità articolare.
Ganglio del polso
CHE COS’È ?
I gangli sono delle neoformazioni benigne. Si sviluppa un erniazione della capsula articolare che tende a muoversi verso i tessuti superficiali ed a formare una struttura tondeggiante che viene solitamente definita come cisti. Si formano spesso nel polso e possono formarsi sia sulla faccia palmare (casi più frequenti) che su quella capsulare.
La causa della loro comparsa è ancora per lo più sconosciuta, a volte sono legate ad un trauma che ha provocato la lesione dei legamenti, della cartillagine o del disco triangolare. È possibile che un ganglio si riassorba anche da solo in maniera del tutto spontanea.
SINTOMI
I sintomi, come anche la dimensione del ganglio, possono variare nel tempo.
In alcuni pazienti non si denota alcun gonfiore esterno, ma provano solo dolore.
COME SI CURA
Il trattamento proposto va valutato in base ai sintomi, ai limiti funzionali e anche al fastidio estetico che questo può provocare. È possibile aspirare il liquido del ganglio per poi iniettare del cortisone.
Alcune volte l’utilizzo di un tutore, associato a tecniche mirate in ergoterapia può aiutare nel riassorbimento del ganglio. Se la terapia conservativa non dovesse funzionare, bisogna valutare l’asportazione chirurgica che prevede di rimuvere il ganglio con il suo peduncolo.
La riabilitazione prevede un programma di ergoterapia per recuperare la mobilità completa del polso ed evitare che si formino delle aderenze lungo i tendini, ridurre il gonfiore, aumentare la flessibilità articolare ed eventualmente ridurre il dolore.
Ergoterapia manoegomito offre riabilitazione
per le patologie del gomito
Aiutiamo a risolvere problemi legati al tunnel cubitale, all’epicondilite o gomito del tennista e al gomito del golfista, attraverso terapie mirate ed efficaci.
Tunnel cubitale
CHE COS’È ?
È un’infiammazione nervosa dovuta ad una progressiva compressione del nervo ulnare nel tunnel cubitale all’altezza del gomito.
SINTOMI
I formicolii, l’intorpedimento e la riduzione della sensibilità al livello dell’anulare, della parte ulnare e del dito mignolo sono sintomi tipici di questa patologia. Nei casi più avanzati si potrà constatare la diminuzione della forza della muscolatura della mano.
COME SI CURA
È possibile seguire una terapia conservativa con l’utilizzo di un tutore e alla somministrazione di antifiammatori o fare un infiltrazione, questo può alleviare i disturbi ma non sarà efficace nel lungo termine. L’intervento chirurgico consiste nell’apertura del tunnel cubitale per decomprimere il nervo.
Nella riabilitazione post operatoria si viene seguiti da un ergoterpista, che fornirà un tutore da utilizzare per circa 2 settimane fino a quando verranno tolti i punti e delle attività mirate per riprendere la mobilità.
Gomito del tennista
CHE COS’È ?
Si tratta di una tendinopatia inserzionale dei tendini estensori all’inserzione sull’epicondilo omerale del gomito.
SINTOMI
Il sintomo principale è la comparsa di dolore mentre si compiono determinati gesti con l’arto. Se non curata con il progredire della patologia il dolore diventa continuo disturbando il riposo notturno e limitando molte attività della vita quotidiana.
COME SI CURA
Si consiglia di astenersi o ridurre al minimo tutte quelle attività che provocano dolore. La terapia conservativa comprende il riposo delle articolazioni dell’avambraccio grazie ad un tutore notturno per polso e gomito e una fascetta antebrachiale da utilizzare durante le attività, che vi fornirà l’ergoterapista.
Si prevede l’utilizzo di antifiammatori e cicli di ergoterapia. L’ergoterapista aiuta, attraverso l’ergonomia a casa e sul posto di lavoro, a migliorare la postura e di conseguenza anche a ridurre il dolore poiché le articolazioni non sono sollecitate.
Nei casi più gravi si possono praticare delle infiltrazioni che potrebbero togliere completamente il dolore. Se il dolore persiste per periodo lungo (1 anno circa), senza nessun miglioramento nonostante il trattamento conservativo, si valuta un intervento chirurgico assieme al medico.
L’intervento consiste nel rimuovere i tessuti degenerativi e cicatriziali in modo da favorire la guarigione del tendine. Viene effettuato anche un allungamento della muscolatura per scaricare la tensione cronica a carico dell’ estensore. Per il recupero post operatorio si viene seguiti da un ergoterapista che oltre ad esercizi mirati fornirà un tutore da utilizzare per circa 2 settimane fino a quando non verranno rimossi i punti.
Gomito del golfista
CHE COS’È ?
È una tendinopatia dei tendini flessori e pronatore che si inseriscono sull’epicondilo mediale del gomito.
SINTOMI
Il sintomo principale è il dolore, che all’inizio si manifesta solo compiendo alcuni movimenti; in seguito diventa continuo, disturbando il riposo notturno e limitando le attività di vita quotidiana.
COME SI CURA
Si consiglia di astenersi o ridurre al minimo tutte quelle attività che provocano dolore. La terapia conservativa comprende il riposo delle articolazioni grazie ad un tutore notturno per polso e gomito e una fascetta antebrachiale da utilizzare durante le attività. Si prevedono delle attività in ergoterapia ed eventualmente l’uso di antinfiammatori.
Nei casi più gravi è possibile fare delle infiltrazioni che potrebbero togliere completamente il dolore. Se il dolore persiste per periodo lungo (1 anno circa), senza nessun miglioramento nonostante il trattamento conservativo, si valuta un intervento chirurgico.
L’intervento consiste nel rimuovere i tessuti degenerativi e cicatriziali in modo da favorire i processi di guarigione del tendine. Per il recupero post operatorio si viene seguiti da un ergoterapista che oltre ad esercizi mirati fornirà un tutore da utilizzare per circa 2 settimane fino a quando non verranno rimossi i punti.
Metodi & tecniche
EMG ergoterapia manoegomito offre un’ampia gamma di metodi e tecniche di trattamento avanzate, mirate a garantire risultati ottimali per i pazienti. Le nostre prestazioni di ergoterapia sono soggette a prescrizione medica e riconosciute da diverse istituzioni, comprese le casse malattia (assicurazione di base), le assicurazioni sociali (SUVA, AI, Assicurazione Militare) e le assicurazioni infortunio private.
Ecco una panoramica dei metodi e delle tecniche di trattamento adottati presso EMG ergoterapia manoegomito:
1. Drenaggio linfatico per gli arti superiori secondo Földi: un approccio specializzato per favorire il drenaggio linfatico e ridurre il ristagno di liquidi negli arti superiori.
2. Dryneedling: una tecnica in cui sottili aghi vengono utilizzati per trattare trigger points e dolori miofasciali, promuovendo il rilassamento muscolare.
3. Medicina Ortopedica Cyriax per gli arti superiori: un approccio che si concentra sulla diagnosi e il trattamento di disfunzioni articolari e muscolari attraverso tecniche specifiche.
4. Metodo Hentschel: coinvolge il trattamento e la mobilizzazione di muscoli, fasce muscolari, legamenti, tendini, articolazioni e cicatrici, con un focus sugli arti superiori.
5. Mobilizzazione delle articolazioni della mano e del gomito secondo Kaltenborn e Maitland: tecniche mirate alla mobilizzazione delle articolazioni, seguendo approcci riconosciuti a livello internazionale.
6. Neurotraining, p.es. secondo Verena Schweizer: esercizi mirati a migliorare le funzioni neurologiche, applicati da esperti nel campo.
7. NOI, neurodinamica per gli arti superiori: approccio che coinvolge la neurodinamica per promuovere il benessere degli arti superiori.
8. Spyraldynamik: concetto di terapia e movimento che considera la natura spirale del corpo umano per migliorare la funzionalità.
9. Taping: utilizzo di bendaggi elastici per sostenere, stabilizzare o migliorare la funzione muscolare e articolare.
10. Trigger Point Therapy: trattamento mirato dei punti trigger e dei dolori miofasciali, con l’obiettivo di alleviare tensioni muscolari.
La nostra pratica è impegnata a fornire trattamenti all’avanguardia, personalizzati per soddisfare le esigenze specifiche di ciascun paziente, garantendo nel contempo il riconoscimento da parte delle istituzioni sanitarie e assicurative.
Tecar & Ultrasuono
Questa terapia strumentale opera attraverso due diversi tipi di elettrodi: il capacitivo, ideale per il trattamento dei tessuti molli, come muscoli, trasmette energia nelle zone più superficiali.
Il resistivo indicato per il trattamento di ossa, articolazioni, tendini e legamenti, viene utilizzato per trasmettere energia nelle zone più profonde.